DI COSA HA BISOGNO PALERMO

A Palermo servono le persone.
Sapete qual è secondo me il paradosso? Che fare la differenza a Palermo sarebbe, in teoria, persino più semplice rispetto a realtà come Milano, Torino, città con un livello medio della competizione decisamente più alto.
E invece é proprio il contrario.
Una città arretrata e poco competitiva come Palermo sembra invilupparsi attorno al suo minimo. E la gente va via.
Chiediamoci quindi cos’è che spinge i palermitani a non provare nemmeno a inventarsi qualcosa. A cambiare qualcosa.

Una cosa, sono sicuro, penalizza i palermitani: la totale incapacità di credere nell’importanza di fare rete, con la conseguenza che nessuno ci prova nemmeno.
Per il palermitano, l’altro palermitano fa comodo solo quando si tratta di raccomandazioni. Intendiamoci, sto un po’ provocando. Nessuno voglia offendersi, ovviamente nemmeno chi si fa raccomandare sul serio.
Non venite però a dirmi che i vari rotaract o similari servano alla causa. Non servono le cene in giacca e cravatta e gli ambienti elitaristi per trarre benefici da una rete. Qualcuno si arrabbierà ma è così, a meno che quel qualcuno non mi dimostri il contrario.

La cosa importante e drammatica è che nessuno a Palermo pensa al guadagno comune generato dalla condivisione delle esperienze. Un valore immenso, totalmente perso. Nelle reti il segno non é quello della somma ma del prodotto.
Non parlo di essere tutti fratelli, dico solo di approfittare delle cause comuni per farsi strada.
Forse servirà scendere tanto ancora più in basso per tirare fuori un minimo senso di attaccamento alla propria città. A quel punto forse ci si stringerà tutti attorno.

Per Palermo servono persone che si parlino tra loro. Persone che non si fermano davanti agli schemi o agli specchietti per le allodole. Giovani o meno giovani che spingano nella direzione del cambiamento, lontani dalle giacche e dalle cravatte.
Persone tenaci, senza paura, con idee, e non farebbero male anche un po’ di soldi da investire nella causa (o magari con possibilità di averne da finanziatori).

Per quanto difficile allora tutti quei ragazzi che in questo momento annaspano a Palermo dovrebbero provare a creare qualcosa di proprio.
Cosa hanno da perdere? Ve lo dico io: Nulla.
Di lavoro non c’è n’è. Le aziende chiudono. Nessuno assume. Più che trovarlo il lavoro serve crearlo.
Ragionate su cosa ha bisogno la gente che vi sta intorno. Parlatene. Trovate questo qualcosa che manca e pensate a come venderlo. Trovare una idea. E a quel punto aprite una partita IVA, create una società, un’associazione, qualsiasi forma di raggruppamento di persone, investite tempo e quattro soldi nella vostra causa.
E poi fate rete da subito! Raccontate in giro quel che fate, trovate gente che può spargere la voce e voi fate altrettanto per loro.

A tutti quelli che invece hanno un lavoro per cui nulla hanno dovuto fare, di quelli serviti sul piatto dal papà o peggio dall’amico, chiedo perlomeno di aiutare quelli sopra.
Almeno questo.

Ecco di cosa ha bisogno Palermo.

Lascia un commento